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Il seme che da sé germoglia e cresce

26 (A)Diceva ancora: «Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno, 27 e dorma e si alzi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce senza che egli sappia come. 28 La terra [infatti] da se stessa porta frutto: prima l’erba, poi la spiga, poi nella spiga il grano ben formato. 29 E quando il frutto è maturo, subito vi mette la falce perché l’ora della mietitura è venuta».

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26 Poi Gesù diceva ancora: «Il Regno di Dio è come un contadino che semina nel suo campo, 27 poi se ne va. Man mano che i giorni passano, i semi germogliano e crescono senza il suo aiuto. 28 Perché è la terra che da sola fa crescere il raccolto. Dapprincipio spunta una foglia, poi si forma la spiga e finalmente il grano. 29 E quando il grano è maturo, il contadino viene subito con la falce per mieterlo».

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La parabola delle dieci mine

11 (A)Mentre essi ascoltavano queste cose, Gesù aggiunse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio stesse per manifestarsi immediatamente. 12 Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l’investitura di un regno e poi tornare. 13 Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. 14 Or i suoi concittadini l’odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: “Non vogliamo che costui regni su di noi”. 15 Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l’investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. 16 Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci”. 17 Il re gli disse: “Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città”. 18 Poi venne il secondo, dicendo: “La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine”. 19 Egli disse anche a questo: “E tu sii a capo di cinque città”. 20 Poi ne venne un altro che disse: “Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto[a], 21 perché ho avuto paura di te che sei un uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato e mieti quello che non hai seminato”. 22 Il re gli disse: “Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; 23 perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l’interesse?” 24 Poi disse a coloro che erano presenti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine”. 25 Essi gli dissero: “Signore, egli ha dieci mine!” 26 “Io vi dico[b] che a chiunque ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 27 E questi[c] miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza”».

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Footnotes

  1. Luca 19:20 Fazzoletto, lett. sudario.
  2. Luca 19:26 TR e M Poiché io vi dico…
  3. Luca 19:27 TR e M E quei.

«A chi sarà dato…»

11 Siccome erano vicini a Gerusalemme, Gesù raccontò una parabola per chiarire il malinteso che il Regno di Dio sarebbe cominciato di lì a poco:

12 «Un aristocratico, che viveva in una data provincia, fu convocato nella lontana capitale dellʼimpero, per essere incoronato re del suo paese. 13 Prima di partire, mandò a chiamare dieci ministri e diede a ciascuno di loro una certa somma di denaro da investire, mentre era assente. 14 Ma alcuni suoi sudditi lo odiavano e gli inviarono una “dichiarazione dʼindipendenza”, in cui si diceva che si erano ribellati e che non lo avrebbero riconosciuto come loro re.

15 Al suo ritorno, lʼaristocratico fece chiamare i ministri ai quali aveva dato il denaro per sapere che cosa ne avessero fatto e quanto avesse fruttato.

16 Il primo lo informò di un guadagno straordinario: dieci volte la somma che gli era stata affidata.

17 “Benissimo”, esclamò il re. “Sei davvero in gamba! Sei stato fedele per quel poco che ti ho dato e, per ricompensa, ti nominerò governatore di dieci città”.

18 Anche il secondo aveva fatto un ottimo guadagno: cinque volte la somma originale.

19 “Bene”, disse il suo padrone. “Ti farò governatore di cinque città”.

20 Ma il terzo uomo riportò soltanto il denaro che aveva ricevuto. “Lʼho tenuto al sicuro”, si scusò. 21 “Temevo che tu esigessi i miei profitti, perché sei un uomo duro con cui trattare, pronto a prendere ciò che non è tuo, e perfino a confiscare i raccolti che altri hanno piantato!” 22 “Servo vile e malvagio!” gridò il re. “Dunque, sarei un uomo duro?! Ebbene, da uomo duro mi comporterò nei tuoi confronti! Se mi conoscevi così a fondo e sapevi che pretendo perfino ciò che non mi appartiene e confisco i raccolti che non ho seminato, 23 allora perché non hai depositato il denaro in banca per farmi avere almeno degli interessi?”

24 Poi, rivolgendosi agli altri presenti, ordinò: “Togliete il denaro a costui e datelo a quello che ha guadagnato più di tutti”.

25 “Ma, Signore”, obiettarono, “ne ha già abbastanza!”

26 “Sì”, rispose il re, “ma io vi dico che quelli che hanno, otterranno di più, mentre quelli che hanno poco, verranno privati anche di quello. 27 Ed ora, per quanto riguarda quei miei nemici che si sono ribellati, portateli qui e giustiziateli in mia presenza”».

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