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Si fece l’efod, d’oro, di filo violaceo, porporino, scarlatto e di lino fino ritorto. Batterono l’oro in lamine e lo tagliarono a fili, per intesserlo nella stoffa violacea, porporina, scarlatta e nel lino fino per farne un lavoro artistico. Gli fecero delle spalline, unite insieme; in tal modo l’efod era tenuto insieme mediante le sue due estremità. La cintura artistica che era sull’efod, per fissarlo, era tutta d’un pezzo con l’efod e del medesimo lavoro di esso: cioè, d’oro, di filo violaceo, porporino, scarlatto e di lino fino ritorto, come il Signore aveva ordinato a Mosè. Poi lavorarono le pietre d’ònice, incastonate in montature d’oro, sulle quali incisero i nomi dei figli d’Israele, come si incidono i sigilli. E fissarono le pietre sulle spalline dell’efod, per ricordare i figli d’Israele, come il Signore aveva ordinato a Mosè.

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