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22 (A)«Uomini d’Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui tra di voi, come voi stessi ben sapete, 23 quest’uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi [lo prendeste e], per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; 24 ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto. 25 Infatti Davide dice di lui:

“Io ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso.
26  Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha giubilato e anche la mia carne riposerà nella speranza;
27  perché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades[a] e non permetterai che il tuo Santo subisca[b] la decomposizione.
28  Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita. Tu mi riempirai di letizia con la tua presenza”[c].

29 Fratelli[d], si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d’oggi tra di noi. 30 Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti[e], 31 previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato[f] nel soggiorno dei morti[g], e che la sua carne non avrebbe subìto[h] la decomposizione. 32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò noi tutti siamo testimoni. 33 Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio[i] e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. 34 Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice:

«Il Signore ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra,
35  finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi”»[j].

36 Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».

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Footnotes

  1. Atti 2:27 Vd. nota a Mt 11:23.
  2. Atti 2:27 Subisca, lett. veda.
  3. Atti 2:28 +Sl 16:8-11.
  4. Atti 2:29 Fratelli, lett. uomini fratelli.
  5. Atti 2:30 Discendenti, lett. frutto dei suoi lombi; TR e M che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono.
  6. Atti 2:31 TR e M che la sua anima non sarebbe stata lasciata…
  7. Atti 2:31 Vd. nota al v. 27.
  8. Atti 2:31 Avrebbe subìto, lett. avrebbe visto.
  9. Atti 2:33 Dalla destra di Dio, ovvero dalla potenza di Dio; altri traducono: alla destra di Dio.
  10. Atti 2:35 +Sl 110:1.

22 Israeliti, ascoltate! Come ben sapete, Dio approvò pubblicamente Gesù di Nazaret con i miracoli meravigliosi che fece per mezzo di lui. 23 Parlo dello stesso Gesù che, secondo il piano prestabilito di Dio, voi avete ucciso con la complicità di uomini malvagi, inchiodandolo ad una croce! 24 Ma Dio lo ha liberato dagli orrori della morte, facendolo risuscitare. Non era possibile, infatti, che la morte potesse dominare Gesù!

25 A lui si riferiva il re Davide, quando disse: “So che il Signore è sempre con me. È lui che mi aiuta. La grande potenza di Dio mi sostiene. 26 Per questo il mio cuore è pieno di gioia e posso cantare la mia felicità. Io so che, pur essendo mortale, ho speranza! 27 Perché tu, o Dio, non abbandonerai la mia anima nel mondo dei morti, né permetterai che il corpo del tuo Santo vada in decomposizione! 28 Tu mi renderai la vita e mi darai piena gioia con la tua presenza”.

29 Fratelli, pensate! Con queste parole Davide non si riferiva a se stesso, infatti, egli morì, fu sepolto e, ancor oggi, cʼè la sua tomba fra noi. 30 Ma Davide era un profeta e sapeva che Dio gli aveva promesso, con un giuramento, che uno dei suoi discendenti sarebbe stato il Messia che doveva sedere sul suo trono. 31 Con questa predizione Davide annunciò la risurrezione del Messia, non solo, disse anche che egli non sarebbe stato abbandonato nel mondo dei morti, né il suo corpo si sarebbe decomposto. 32 Davide parlava di Gesù, che Dio ha fatto risorgere, ed è di questo fatto che noi tutti siamo testimoni.

33 Ora egli occupa un posto dʼonore in cielo, accanto a Dio stesso, ed ha ricevuto dal Padre lʼautorità di mandare lo Spirito Santo, che era stato promesso, lo stesso Spirito che oggi vedete e ascoltate.

34 No, Davide non si riferiva a se stesso con quelle parole, non fu Davide infatti che salì in cielo, eppure egli stesso dice: “Dio parlò al mio Signore, il Messia, e gli disse: Siedi qui, al posto dʼonore, accanto a me, 35 finché non ti sottometta completamente i tuoi nemici e ne faccia lo sgabello dei tuoi piedi”.

36 Perciò, tutto Israele sappia, senza ombra di dubbio, che Dio ha fatto Signore e Messia proprio questo Gesù che voi avete crocifisso!»

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Discorso di Stefano

(A)Il sommo sacerdote disse: «Le cose stanno proprio così?»

Egli rispose: «Fratelli e padri[a], ascoltate. Il Dio della gloria apparve ad Abraamo, nostro padre, mentre egli era in Mesopotamia, prima che si stabilisse in Caran, e gli disse: “Esci dal tuo paese e dal tuo parentado, e va’ nel paese che io ti mostrerò”[b]. Allora egli lasciò il paese dei Caldei e andò ad abitare in Caran; e di là, dopo che suo padre morì, Dio lo fece venire in questo paese che ora voi abitate. In esso però non gli diede in proprietà neppure un palmo di terra[c], ma gli promise di darla in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, quando egli non aveva ancora nessun figlio. Dio parlò così: “La sua discendenza soggiornerà in terra straniera, e sarà ridotta in schiavitù e maltrattata per quattrocento anni. Ma io giudicherò la nazione che avranno servita”, disse Dio; “e dopo questo essi partiranno e mi renderanno il loro culto in questo luogo”[d]. Poi gli diede il patto della circoncisione; così Abraamo, dopo aver generato Isacco, lo circoncise l’ottavo giorno; e Isacco generò Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi.

I patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo vendettero, perché fosse condotto in Egitto; ma Dio era con lui 10 e lo liberò da ogni sua tribolazione, e gli diede sapienza e grazia davanti al faraone, re d’Egitto, che lo costituì governatore dell’Egitto e di tutta la sua casa.

11 Sopraggiunse poi una carestia in tutto l’Egitto[e] e in Canaan; l’angoscia era grande e i nostri padri non trovavano viveri. 12 Giacobbe, saputo che in Egitto c’era grano, vi mandò una prima volta i nostri padri. 13 La seconda volta Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli, e così il faraone venne a sapere di che stirpe fosse Giuseppe. 14 Poi Giuseppe mandò a chiamare suo padre Giacobbe e tutta la sua parentela, composta di settantacinque persone. 15 Giacobbe discese in Egitto, dove morirono lui e i nostri padri; 16 poi furono trasportati a Sichem e deposti nel sepolcro che Abraamo aveva comprato con una somma di denaro dai figli di Emmor in Sichem[f].

17 Mentre si avvicinava il tempo del compimento della promessa che Dio aveva fatto ad Abraamo[g], il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto, 18 finché sorse sull’Egitto[h] un altro re, che non sapeva nulla di Giuseppe. 19 Costui, procedendo con astuzia contro il nostro popolo, maltrattò i {nostri} padri fino a costringerli ad abbandonare i loro bambini, perché non fossero lasciati in vita.

20 (B)«In quel tempo nacque Mosè, che era bello agli occhi di Dio; egli fu nutrito per tre mesi in casa di suo padre; 21 e, quando fu abbandonato, la figlia del faraone lo raccolse e lo allevò come figlio. 22 Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani e divenne potente in parole e opere.

23 Ma quando raggiunse l’età di quarant’anni, gli venne in animo di andare a visitare i suoi fratelli, i figli d’Israele. 24 Vedendo che uno di loro era maltrattato, ne prese le difese e vendicò l’oppresso, colpendo a morte l’Egiziano. 25 Ora egli pensava che i {suoi} fratelli avrebbero capito che Dio voleva salvarli per mano di lui; ma essi non compresero. 26 Il giorno seguente si presentò a loro mentre litigavano, e cercava di riconciliarli, dicendo: “Uomini, voi siete fratelli; perché vi fate torto a vicenda?” 27 Ma quello che faceva torto al suo prossimo lo respinse, dicendo: “Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? 28 Vuoi uccidere me come ieri uccidesti l’Egiziano?”[i] 29 A queste parole Mosè fuggì e andò a vivere come straniero nel paese di Madian, dove ebbe due figli.

30 Trascorsi quarant’anni, un angelo [del Signore] gli apparve nel deserto del monte Sinai, nella fiamma di un pruno ardente. 31 Mosè guardò e rimase stupito di questa visione; e, come si avvicinava per osservare meglio, si udì la voce del Signore: 32 “Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abraamo, [il Dio] di Isacco e [il Dio] di Giacobbe”. Mosè, tutto tremante, non osava guardare. 33 Il Signore gli disse: “Togliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è suolo sacro. 34 Certo, ho visto l’afflizione del mio popolo in Egitto, ho udito i loro gemiti e sono disceso per liberarli; e ora, vieni, ti manderò in Egitto”.[j]

35 Questo Mosè che avevano rinnegato dicendo: “Chi ti ha costituito capo e giudice?”[k], proprio lui Dio mandò loro come capo e liberatore con l’aiuto dell’angelo[l] che gli era apparso nel pruno. 36 Egli li fece uscire, compiendo prodigi e segni nel paese d’Egitto, nel mar Rosso e nel deserto per quarant’anni. 37 Questi è il Mosè che disse ai figli d’Israele: “Dio vi[m] susciterà, tra i vostri fratelli, un profeta come me”[n]. 38 Questi è colui che nell’assemblea del deserto fu con l’angelo che gli parlava sul monte Sinai e con i nostri padri, e che ricevette parole di vita da trasmettere a noi. 39 Ma i nostri padri non vollero dargli ascolto, lo respinsero e si volsero in cuor loro verso l’Egitto, 40 dicendo ad Aaronne: “Facci degli dèi che vadano davanti a noi, perché di questo Mosè, che ci ha condotti fuori dall’Egitto, non sappiamo che cosa sia avvenuto”[o]. 41 E in quei giorni fabbricarono un vitello, offrirono sacrifici all’idolo e si rallegrarono per l’opera delle loro mani. 42 Ma Dio si ritrasse da loro e li abbandonò al culto dell’esercito del cielo, come sta scritto nel libro dei profeti:

“Mi avete forse offerto vittime e sacrifici per quarant’anni nel deserto, o casa d’Israele?
43  Anzi, vi portaste appresso la tenda di Moloc e la stella del {vostro} dio Refàn[p]; immagini che voi faceste per adorarle. Perciò io vi deporterò al di là di Babilonia”[q].

44 I vostri padri avevano nel deserto la tenda della testimonianza, come aveva ordinato colui che aveva detto a Mosè di farla secondo il modello da lui veduto. 45 I nostri padri, guidati da Giosuè, dopo averla ricevuta la trasportarono nel paese posseduto dai popoli che Dio scacciò davanti a loro. Là rimase fino ai tempi di Davide, 46 il quale trovò grazia davanti a Dio e chiese di poter preparare lui una dimora al Dio di Giacobbe[r]. 47 Fu invece Salomone che gli costruì una casa. 48 L’Altissimo però non abita in edifici[s] fatti da mano d’uomo, come dice il profeta:

49 “Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete”, dice il Signore, “o quale sarà il luogo del mio riposo?
50  Non ha la mia mano creato tutte queste cose?”[t]

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Footnotes

  1. Atti 7:2 Fratelli e padri, lett. uomini fratelli e padri.
  2. Atti 7:3 +Ge 12:1.
  3. Atti 7:5 Un palmo di terra, lett. un passo di un piede (cfr. De 2:5).
  4. Atti 7:7 +Ge 15:13-14.
  5. Atti 7:11 TR e M in tutto il paese d’Egitto.
  6. Atti 7:16 TR e M Emmor, (padre) di Sichem.
  7. Atti 7:17 TR e M che Dio aveva giurato ad Abraamo…
  8. Atti 7:18 Le parole sull’Egitto compaiono in NA tra parentesi; TR e M le omettono.
  9. Atti 7:28 +Es 2:14.
  10. Atti 7:34 +Es 3:5-8.
  11. Atti 7:35 +Es 2:14.
  12. Atti 7:35 Aiuto dell’angelo, lett. mano dell’angelo; altri traducono: per mezzo dell’angelo.
  13. Atti 7:37 TR e M il Signore Dio vostro vi…
  14. Atti 7:37 +De 18:15, 18; TR un profeta come me. Ascoltatelo!
  15. Atti 7:40 +Es 32:1.
  16. Atti 7:43 TR e M Remfan.
  17. Atti 7:43 +Am 5:25-27.
  18. Atti 7:46 Così TR e M; NA alla casa di Giacobbe.
  19. Atti 7:48 In edifici in gr. è sottinteso; TR e M riportano in templi…
  20. Atti 7:50 +Is 66:1-2.

Il sommo sacerdote gli chiese: «Sono vere queste accuse?»

Questa fu la lunga risposta di Stefano: «Fratelli e padri, ascoltate! Il nostro Dio glorioso apparve al nostro antenato Abramo in Mesopotamia, prima ancora che partisse per Carran. Gli disse di lasciare il suo paese natio, di salutare i suoi parenti, e di partire verso un paese che Dio stesso gli aveva destinato. Così Abramo lasciò la terra dei Caldei e andò ad abitare nella terra di Carran, dove rimase finché suo padre non morì. Allora Dio lo condusse qui, in Israele, ma non gli diede nessuna proprietà, neppure un palmo di terra.

Nonostante ciò, Dio gli promise che tutta la terra sarebbe stata sua e dei suoi discendenti benché, in quel periodo, Abramo non avesse ancora figli. Poi Dio gli disse anche che questi suoi discendenti avrebbero lasciato quella terra per vivere in un paese straniero, dove sarebbero rimasti schiavi per quattrocento anni. “Ma io punirò la nazione che li terrà schiavi”, aveva aggiunto il Signore, “Dopo di ciò, il mio popolo tornerà in questa terra, e qui mi adorerà”. Poi Dio fece con Abramo il patto della circoncisione, a dimostrazione della sua alleanza con il popolo di Abramo. E così, Isacco, figlio di Abramo, fu circonciso a otto giorni dalla nascita.

Isacco, poi, generò Giacobbe, e Giacobbe, a sua volta, generò i dodici patriarchi che diedero origine al popolo ebraico. Questi uomini, invidiosi del fratello Giuseppe, lo vendettero come schiavo, che, come tale, fu portato in Egitto. Ma Dio era con lui, 10 e lo liberò da tutte le pene, non solo, gli diede una tale saggezza, che il Faraone, re dʼEgitto, lo elesse governatore dʼEgitto e lo incaricò di tutti gli affari del palazzo. 11 Ma in Egitto e a Carran ci fu una grande carestia e i nostri antenati cominciarono a patire fame e miseria. Quando il cibo finì, 12 Giacobbe, avendo saputo che in Egitto cʼera ancora grano, mandò i suoi figli a comprarne. 13 La seconda volta che vi andarono, Giuseppe si fece riconoscere dai fratelli, che furono presentati al Faraone. 14 Allora Giuseppe fece venire in Egitto suo padre Giacobbe e tutta la parentela. Settantacinque persone in tutto. 15 Così Giacobbe e i suoi figli andarono in Egitto, e fu qui che morirono tutti. 16 I loro corpi furono trasportati a Sichem e sepolti nella tomba che Abramo aveva comprato dai figli di Emmor, padre di Sichem.

17-18 Mentre sʼavvicinava il momento in cui Dio avrebbe mantenuto la promessa che aveva fatto ad Abramo, e cioè di liberare i suoi discendenti dalla schiavitù, il popolo giudeo cresceva e si moltiplicava in Egitto in modo incredibile. In quel periodo, però, fu incoronato un altro re, che non sapeva niente di Giuseppe. 19 Questo re perseguitò la nostra gente, agendo con astuzia; obbligò i genitori ad abbandonare i propri figli perché morissero.

20 In quel periodo nacque Mosè, un bambino divinamente bello. Per tre mesi i genitori lo tennero nascosto in casa. 21 Quando, alla fine, non riuscirono più a nasconderlo e dovettero abbandonarlo, la figlia del Faraone lo trovò e lo adottò come figlio. 22 Mosè fu educato alla cultura egiziana e divenne un uomo importante, sia a fatti che a parole.

23 Un giorno, doveva avere circa quarantʼanni, gli venne in mente di andare a trovare i suoi fratelli, il popolo dʼIsraele. 24 Durante questa visita, vide un Egiziano maltrattare un Israelita, e per vendicarlo Mosè uccise lʼEgiziano. 25 Egli pensava che i suoi fratelli avrebbero capito che Dio lo aveva mandato per salvarli, invece non fu così.

26 Il giorno dopo andò di nuovo da loro e vide due Israeliti litigare. Mosè tentò di fare da paciere: “Siete fratelli, perché litigate così? Non va bene!” disse loro.

27 Ma quello che aveva torto rispose a Mosè di badare ai fatti propri. “Chi ti ha eletto nostro capo e giudice?” lo investì 28 “Vuoi forse uccidermi come hai ucciso quellʼEgiziano, ieri?”

29 A queste parole, Mosè fuggì dal paese e andò a vivere nella terra di Madian; là nacquero i suoi due figli.

30 Quarantʼanni dopo, mentre si trovava nel deserto vicino al Monte Sinai, gli apparve un angelo tra le fiamme di un cespuglio che bruciava. 31 Quando Mosè vide quel cespuglio, sʼincuriosì e sʼavvicinò per vedere. Fu allora che si fece udire la voce del Signore, che diceva: 32 “Io sono il Dio dei tuoi antenati, di Abramo, Isacco e Giacobbe”. Mosè tutto tremante, non osava alzare lo sguardo.

33 Allora il Signore gli disse: “Togliti i sandali, perché il terreno che stai calpestando è sacro.

34 Ho visto quanto soffre il mio popolo in Egitto, ho udito i suoi gemiti e sono sceso per liberarlo. Dunque, vieni, ti manderò in Egitto”. 35 Così Dio rimandò in Egitto Mosè, lo stesso Mosè che gli Israeliti avevano rinnegato, dicendo: “Chi ti ha eletto nostro capo e giudice?” Lo mandò agli Israeliti come loro capo e liberatore, sotto la scorta dellʼangelo, che gli era apparso nel cespuglio in fiamme. 36 Facendo miracoli straordinari, Mosè li portò fuori dallʼEgitto, prima attraverso il Mar Rosso, e poi nel deserto per quarantʼanni.

37 Mosè stesso disse agli Israeliti: “Dio farà sorgere fra di voi un Profeta come me”. 38 Infatti, nel deserto, Mosè fece da intermediario tra il popolo dʼIsraele e lʼangelo che gli aveva dato sul Monte Sinai la legge di Dio, le parole capaci di dare la vita.

39 Eppure, i nostri antenati non vollero ascoltarlo, anzi lo respinsero e, rimpiangendo in cuor loro lʼEgitto, 40 dissero ad Aronne: “Facci degli idoli che ci possano guidare, perché non sappiamo che fine ha fatto questo Mosè, che ci ha portato fuori dallʼEgitto!” 41 E così fecero un idolo a forma di vitello, davanti al quale offrirono dei sacrifici, contenti e soddisfatti di quella cosa, che avevano fatto con le loro mani.

42 Allora Dio voltò loro le spalle, li abbandonò a se stessi, e così adorarono il sole, la luna e le stelle, come se fossero loro dèi! Nel libro delle profezie di Amos, il Signore Dio chiede: “Israele, erano per me i sacrifici, che facevi durante quei quarantʼanni passati nel deserto? 43 No di certo! Quelli che ti stavano a cuore erano i tuoi dèi pagani: Mòloc e la stella del vostro dio Romfàn, e tutti gli altri idoli, che avevate fabbricato. Perciò io vi farò deportare come schiavi molto lontano, oltre Babilonia”.

44 I nostri antenati portarono con loro attraverso il deserto il tabernacolo della testimonianza. Questo tabernacolo era stato costruito secondo il modello che il Signore aveva indicato a Mosè. 45 Dopo anni, quando Giosuè guidò glʼIsraeliti contro le nazioni pagane, il tabernacolo fu portato nel loro nuovo territorio, Israele, dove rimase fino al tempo del re Davide.

46 Dio mandò a Davide grandi benedizioni, ed egli gli chiese il privilegio di costruire un tempio stabile per il Dio di Giacobbe. 47 Ma fu il re Salomone quello che lo costruì.

48-49 Tuttavia, Dio non vive nei templi costruiti dalla mano dellʼuomo. “Il cielo è il mio trono” dice il Signore tramite i profeti, “e la terra è lo sgabello dei miei piedi. Che cosa potrete mai costruirmi voi? 50 Non sono forse stato io a fare tutte queste cose?”

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36 Questa è la parola che egli ha diretta ai figli d’Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti. 37 Voi sapete quello che è avvenuto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni, 38 vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret: come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza, e come egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. 39 E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero, appendendolo a un legno. 40 Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse 41 non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 42 E ci ha comandato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti. 43 Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome».

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36-37 Sono sicuro che tu hai sentito parlare del Vangelo per il popolo dʼIsraele, e cioè che cʼè pace con Dio per mezzo di Gesù, il Messia, che è il Signore di tutta la creazione. Questa notizia si è sparsa per tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea con Giovanni Battista. 38 Senzʼaltro saprai anche che Gesù di Nazaret fu unto da Dio con lo Spirito Santo e con la sua potenza, e che andava in giro facendo del bene e risanando tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

39 Noi apostoli siamo testimoni di tutto ciò che Gesù ha fatto in Israele ed a Gerusalemme, dove lo hanno ucciso, mettendolo in croce. 40-41 Ma Dio lo ha risuscitato dopo tre giorni ed ha fatto in modo che apparisse, non a tutto il popolo, ma a dei testimoni che aveva scelto già da prima, cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua resurrezione. 42 Poi Gesù ci ha mandato a predicare il Vangelo dappertutto ed a testimoniare che Dio lo ha eletto giudice di tutti, sia dei morti che dei vivi. 43 Tutti i profeti hanno scritto di Gesù ed hanno detto che chiunque crede in lui riceverà il perdono dei peccati, per mezzo del suo nome».

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